I bambini sovrappeso non hanno vita facile: canzonati dai coetanei, sono esposti a un maggiore rischio di patologie che normalmente insorgono solo negli adulti. Ora un nuovo studio mette in evidenza che risultano svantaggiati rispetto ai coetanei normopeso anche per quanto riguarda l'apporto di vitamina D.
In Austria il sovrappeso infantile è largamente diffuso. Il 21-30% dei bambini in età scolare è sovrappeso o addirittura obeso. Nella maggior parte dei casi, questi bambini non nascono sovrappeso, ma acquistano il peso in eccesso nel corso degli anni – all'asilo, a scuola o durante la pubertà. Le motivazioni sono varie, tuttavia, lo scarso movimento abbinato a un'alimentazione malsana è senza dubbio una delle cause principali. Invece di scatenarsi nel gioco, andare in bicicletta o giocare a rincorrersi, molti adolescenti oggi preferiscono rimanere a casa davanti al televisore, al tablet o al computer. Così facendo, ben presto finiscono in un circolo vizioso, perché chi si muove poco finisce anche per ingrassare. E chi ingrassa, poi si muove ancora meno. A questo si aggiunge che la maggioranza dei ragazzi preferisce cibi dolci, ricchi di grassi, rispetto ad alimenti crudi e a pietanze integrali.
Studio: più peso, meno vitamina D
Di questa mentalità "pantofolaia" pare risentire anche l'apporto della vitamina D, la vitamina del sole. Uno studio attuale evidenzia che tra i bambini sovrappeso risulta estremamente diffusa proprio una carenza di vitamina D. Il 96% dei bambini sovrappeso tedeschi, poco meno del 79% di quelli statunitensi e fino al 92% di quelli russi sono carenti di vitamina D. Per verificarne il livello basta un semplice esame del sangue. In base al valore misurato e al rispettivo stile di vita – eventualmente sotto supervisione medica – è quindi possibile adottare provvedimenti individuali.
Uno livello equilibrato di vitamina D nei bambini è importante sotto svariati punti di vista. Questa vitamina liposolubile non serve solo per la normale crescita delle ossa, ma contribuisce anche alla regolare funzionalità delle difese immunitarie.
Hello Sunshine!
La vitamina D occupa una posizione speciale tra le vitamine, perché il suo fabbisogno viene coperto dal corpo soprattutto tramite l'esposizione alla luce solare. Ecco perché i topi di biblioteca, i fanatici della televisione e i computer freak corrono un rischio maggiore di sviluppare una carenza di vitamina D. I genitori dei piccoli pantofolai dovrebbero quindi prendere la prole ed esporla – nel vero senso della parola – all'aria aperta almeno una volta al giorno e per un minimo di 15 minuti. È molto importante farlo nei mesi primaverili ed estivi, dal momento che in autunno e in inverno, a causa della debolezza dell'irraggiamento solare, il corpo non è in grado di generare vitamina D ed è costretto a consumare le scorte accumulate. La Società Tedesca per l'Alimentazione raccomanda, inoltre, di garantire l'apporto di vitamina D tramite alimentazione e/o integratori nei periodi di carenza della produzione endogena (ad es. nelle stagioni in cui la luce è minore).
Bibliografia:
Zakharova, I. et al. 2019. Vitamin D Insufficiency in Overweight and Obese Children and Adolescents. Front Endocrinol (Lausanne). 10:103.